Il mio carrello

Non hai articoli nel carrello.

Subtotale carrello: 0,00 €
Vai alla Cassa

View Cart

Misteri della Tuscia: 3 luoghi da scoprire

Booking.com

Abitata sin dall’età della pietra, la Tuscia con la sua storia, le sue testimonianze archeologiche, la sua natura per lungo tempo impenetrabile, custodisce segreti e leggende che affascinano ancora oggi il visitatore.

Noi di Mytuscia vi portiamo alla scoperta di alcuni misteri della Tuscia che vi faranno venire ancora più voglia di conoscere questa magica terra.

Il Castello di Soriano nel Cimino

Dal 2011 ad oggi, nell'antico castello medievale di Soriano nel Cimino, alcuni gruppi di ricerca sui fenomeni paranormali hanno cercato di appurare la fondatezza della leggenda che avvolge questo antico maniero fin dai tempi antichissimi: la presenza del famoso fantasma Marcello.

A quanto pare il fantasma che alcuni gruppi di ricerca hanno captato con la loro sofisticata strumentazione riguarda più un ragazzino che un adulto come la popolazione del luogo ha sempre creduto.

Voci, passi e visioni hanno accompagnato alcuni partecipanti della serata come se il luogo volesse comunicare qualcosa di importante, qualcosa che è stato celato per così tanto tempo, ma che ora riemerge con prepotenza e forza dai meandri di quelle stanze.

Dai rapporti di questi ricercatori, dati anche alla stampa locale, si evince che le figure misteriose che aleggiano nell'antica roccaforte siano una madre con il suo figliolo; una storia triste, angosciante, che getta curiosità ma anche tanta superstizione in questo comune.

C'è chi crede che sia tutto vero e chi invece pensa siano soltanto suggestioni date dal posto, ma in questa storia c'è molto di vero, c'è molto da scoprire.

Chi sono queste persone? Chi sono queste entità che in qualche modo si sono manifestate seppur in senso uditivo? Da che epoca provengono? Ma soprattutto, sono esseri reali con cui interagire oppure semplici proiezioni di ricordi passati impressi tra le mura di questo castello?

Il mistero del Castello Orsini di Soriano nel Cimino si infittisce sempre di più e non possiamo far altro che attendere nuovi sviluppi sulle ricerche che, a detta degli esperti, proseguiranno ancora per molto tempo.

Soriano nel Cimino

Il Sacro Bosco di Bomarzo

Conosciuto anche con il nome di Parco dei Mostri, questo antico luogo si trova a Bomarzo, conosciuta dagli antichi romani con il nome Polimartium; cittadina dedicata al dio pagano Marte.

Questo bosco, voluto fortemente da Vicino Orsini per commemorare la defunta e amatissima moglie Giulia Farnese, nasconde ancora oggi un significato profondo e misterioso.

Il Sacro Bosco di Bomarzo possiede caratteristiche peculiari che lo differenziano nettamente dai giardini coevi presenti nella Tuscia fatti realizzare da altri signori in altre località (si ricordi per esempio Villa Lante a Bagnaia, i giardini di Palazzo Farnese a Caprarola, ecc.).

Parco dei Mostri - Bomarzo

Parco dei Mostri - Bomarzo

Nel caso del Sacro Bosco di Bomarzo, siamo in presenza della massima espressione dell'esoterismo nascosto della Tuscia, dove gli antichi signori, oltre a sfidarsi nel realizzare opere eccelse e di pregevole manifattura per la loro epoca, hanno creato un dizionario o, per meglio dire, un percorso che soltanto alcuni personaggi, oggi come allora, possono affrontare e comprendere pienamente.

Il percorso esoterico nascosto nel Sacro Bosco di Bomarzo porta il viandante ad affrontare un vero viaggio iniziatico; qui tra bestie, orchi e animali mitologici egli si ritroverà da solo ad affrontare l'ostacolo più grande per un iniziato: la lotta e la comprensione del suo Io.

Ad oggi, non tutti sanno che il percorso che ogni visitatore percorre visitando il parco non è il percorso originario, bensì una soluzione usata dal Bettini, che ha dato nel secolo scorso nuova vita al Parco, per ottimizzare e forse nascondere il vero punto di partenza: eppure, se si vuole conoscere il punto esatto da cui tutto nasce, basta soltanto ricercare e comprendere.

L'isola Martana e la leggenda di Amalasunta

Quella di Amalasunta e del Lago di Bolsena è forse uno dei misteri della Tuscia più emozionanti. Ma chi era Amalasunta?

Amalasunta, conosciuta con il nome gotico di Amalaswintha, fu regina dei Goti e unica figlia di Teodorico, re degli Ostrogoti.

Definita donna di grande intelligenza, dottissima, di carattere virile, ebbe una vita travagliata a causa delle sue idee e del suo tipo di governo, troppo garantista per l'epoca in cui ha vissuto.

Alla "regina" fu proposto un viaggio definito "politico" attraverso la Toscana, che doveva concludersi a Roma.

Lago di Bolsena

Lago di Bolsena

Mentre percorreva con il suo seguito la strada Cassia, tra Bolsena e Montefiascone, Amalasunta cadde in agguato orchestrato dal suo stesso marito. Fu rapita e successivamente trasportata sull'isola Martana, una delle due isole del lago di Bolsena, dove restò relegata fino al 30 aprile dell'anno 535, quando dei sicari la uccisero alla giovane età di 41 anni.

Purtroppo le fonti storiche non conoscono i dettagli di questo brutale omicidio né il luogo preciso della sua uccisione.

A tal proposito Rocopio di Cesarea ne "La guerra gotica" così narra: "V'ha un lago in Toscana, chiamato Vulsinio, dentro a cui sorge un'isola assai piccola invero, ma munita di un forte castello. Colà Teodato teneva racchiusa Amalasunta".

Quest'isola potrebbe anche essere la vicina Bisentina, isola in cui all'epoca della regina sorgeva una fortificazione, ma una consolidata tradizione, che trova molti sostenitori anche nel campo storico, vuole che l'isola in cui il destino della donna ostrogota si sia compiuto sia, appunto, la Martana.

La sua morte, carica di profondo mistero, ha da sempre alimentato leggende tra le popolazioni intorno al lago di Bolsena.

Alcuni anziani del posto, infatti, raccontano che dopo la morte della regina ostrogota, il suo corpo fu messo in una carrozza d'oro e seppellito sulla terraferma in uno dei sette colli posti dinanzi all'isola e che, addirittura, nelle notti di luna piena, il fantasma della donna aleggi ancora oggi tra le rocce e le acque dell'isola Martana.

Inoltre, molti pescatori del luogo, hanno affermato che durante le giornate di forte tramontana, proprio vicino all'isola Martana, sia possibile udire le urla strazianti della regina dei Goti fatta uccidere da suo marito - cugino Teodato.

Si narra anche di una famosa strada la quale collegava anticamente l'isola Martana alla terraferma; strada che la regina percorreva abitualmente. Proprio grazie agli ultimi ritrovamenti subacquei, tale strada risulta essere realmente esistita e oggi viene chiamata con il nome di strada di Amalasunta.