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La Necropoli di Farnese

Rivivi la storia antica della Necropoli di Farnese

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    Il pianoro di tufo su cui oggi sorge il borgo medievale di Farnese, fu abitato già dall’età del Bronzo finale, tra il XII e il X secolo a.C.


    Ne sono testimonianza le tracce di un esteso villaggio di capanne e il rinvenimento di numerosi frammenti ceramici, riferibili a quel periodo e attualmente conservati nel museo civico “Ferrante Rittatore Vonwiller” di Farnese.


    Alla fine dell’età del Bronzo quest’area fu abbandonata a favore del pianoro che si estendeva verso il mare, lungo il corso del fiume Fiora, dove un secolo dopo sarebbe sorta la città etrusca di Vulci.


    Fu Vulci stessa, durante il periodo etrusco, a dominare sul territorio di Farnese: lungo il corso del fiume Olpeta, affluente del Fiora, sono stati individuati numerosi siti etruschi tra cui le necropoli di Naviglione, Palombaro, Valle della Chiesa, Saltarello la tomba monumentale del Gottimo e l’insediamento fortificato di Rofalco


    Oggetti e resti ricollegabili alla cultura etrusca sono stati rinvenuti nei pressi di Rosa Crepante, all’interno della Riserva Naturale Selva del Lamone.


    Molte delle tombe rinvenute sul territorio di Farnese, scavate nelle rocce vulcaniche e nel tufo, hanno una caratteristica forma emisferica a fondo piatto, detta “a forno”. Al loro interno i morti venivano disposti in posizione fetale, rannicchiati su un fianco, con le mani vicino al viso e le ginocchia piegate verso il ventre.


    La disposizione all’interno delle tombe poteva essere singola o plurima e il corpo del defunto poteva essere dipinto di rosso con il cinabro.


    Tra i numerosi oggetti di sepoltura tipici delle necropoli di Farnese troviamo il vaso a fiasca, realizzato in ceramica d’impasto, nera e lucida.