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Monti Cimini: alla scoperta della Tuscia montuosa

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I monti Cimini sono un insieme di rilievi di origine vulcanica che fanno parte dell'Antiappenino laziale, nel territorio della Tuscia.

Con la loro storia millenaria, i secolari castagneti, i resti di origine vulcanica, le antiche tradizioni e la stupenda faggeta, essi sono la meta ideale per chi ama la natura, l'archeologia, i buoni sapori e lo sport all'aria aperta.

Sono tantissime infatti le attività che si possono svolgere durante la buona stagione all'interno del comprensorio dei monti Cimini: dal trekking nella Faggeta di Soriano nel Cimino, che ricopre la vetta del Monte Cimino a quota 1.053 metri s.l.m., fino agli sport acquatici da praticare sul lago di Vico.

Ma i monti Cimini regalano esperienza indimenticabili anche nei mesi più freddi, con tantissime sagre che si svolgono nei borghi presenti sul territorio e la visita alle attrazioni culturali ed artistiche che arricchiscono la zona.

La faggeta di San Martino al Cimino

Fa parte del complesso dei monti Cimini anche il monte Venere, che dall'alto dei suoi 850 metri s.l.m. sovrasta il Lago di Vico che ancora oggi conserva intatti i segni della sua natura vulcanica.

Anche il monte che sovrasta Viterbo, la Palanzana, alto circa 800 metri s.l.m. rientra nel sistema montuoso dei Cimini, ed è anch'esso di origine vulcanica.

Concorso fotografico Lago di Vico

Monti Cimini: la storia

I monti Cimini costituiscono quanto resta della corona di perimetro dei due antichi sistemi vulcanici, quello del Monte Cimino e quello del vulcano Vicano con il monte Fogliano.

Notevoli sono stati i ritrovamenti effettuati sul territorio dei monti Cimini e in particolare all'interno di una piccola grotta che sorge su una delle tre cime di Monte Venere, conosciuta come "bocca del vulcano" o come "bocca del diavolo".

Le alture dei monti Cimini infatti, furono sedi di villaggi nell'epoca neolitica e nell'età del bronzo; tra questi il più importante e di grandi dimensioni fu quello posto alla sommità del Cimino, ad un'altezza superiore ai 1000 metri, dove gli scavi e gli studi archeologici continuano ancora oggi.

Quest'area rimase a lungo fuori dai possedimenti Romani. Lo storico Tito Livio ne parla in questo modo: "Era in quel tempo la selva Cimina più impraticabile e spaventosa di quanto non lo siano oggi le foreste della Germania e nessuno fino allora vi era penetrato, neppure i mercanti, né ardiva qualcuno entrarvi".

I Romani raggiunsero e superarono i Cimini solo nel 310 a.C., alla guida del Console Quinto Fabio Rulliano che aprì una via di comunicazione che costeggiava il lago di Vico e si spostava verso nord.

Da allora, su quest'asse viario, passarono i Romani, i barbari e i pellegrini diretti verso Roma e verso la Terra Santa.

Ancora oggi il territorio dei monti Cimini racconta una storia millenaria, fatta di aree archeologiche, di antichi borghi medievali costruiti sulla pietra tipica della zona, il tufo, favolose ville e giardini rinascimentali, musei, sapori preziosi della tavola e antiche tradizioni che rivivono nel presente.

La Faggeta del Monte Cimino

La Faggeta del Monte Cimino ricopre l'omonima montagna per quasi 60 ettari. Per tutto il medioevo fino agli inizi del XX sec. questo bosco fu utilizzato come pascolo per i suini e per la produzione di  per l’alimentazione degli animali.

Alla fine del XIX secolo alla Faggeta di Soriano nel Cimino cominciò ad essere riconosciuta una valenza paesaggistica e turistica che ancora oggi è valida.

Faggeta Monti Cimini

Passeggiando tra gli antichi e maestosi faggi si incontrano i segni dell'antica attività vulcanica del luogo da cui sono nati i cosiddetti "domi", ammassi di magma raggruppato in piccole alture coniche sormontate da enormi massi tondeggianti.

Tra i massi presenti in Faggeta uno in particolare cattura l'attenzione dei visitatori: si tratta di un grande macigno ovoidale che si regge in bilico, da secoli, su una stretta base di appoggio, detto "sasso menicante" (o, in dialetto sorianese, "naticarello").

Facendo leva con un bastone è infatti possibile farlo oscillare in maniera evidente, tanto che Plinio il Vecchio lo definì un vero “miracolo della natura”

La comunità montana dei Cimini

La Comunità Montana dei Cimini nasce con lo scopo di rivalutare e diffondere la cultura, le tradizioni e le molteplici bellezze del territorio dei monti Cimini. Ne fanno parte i comuni di:

I prodotti tipici dei Monti Cimini

I suoli principalmente vulcanici della provincia di Viterbo ed il clima mite che c’è intorno ai Monti Cimini sono un connubio perfetto per la produzione di prodotti tipici come i marroni e le nocciole.

Noccioleto della Tuscia

Il marrone e la castagna dei monti Cimini deriva dalla specie "Castanea sativa", ecotipo locale "castagna domestica dei Monti Cimini" e cultivar "marrone fiorentino" e "marrone premuto". Il frutto si presenta spesso da solo all'interno del riccio, ha una polpa dolce e saporita ed è facilmente sbucciabile.

Nella Tuscia la coltivazione del castagno risale all'antichità, tanto che ad oggi il castagno è diventato esso stesso un simbolo del paesaggio del viterbese; ogni anno sono tantissimi i borghi della zona che festeggiano questo speciale frutto della terra con sagre tipiche, rievocazioni e degustazioni.

Sagra delle castagne Canepina

Tra i prodotti tipici dell'area dei monti Cimini ricordiamo anche la nocciola "Gentile Romana", già probabilmente conosciuta ai tempi degli etruschi; qui in una zona limitata del viterbese si coltiva circa il 40% di tutta la produzione nazionale.

La nocciola gentile ha una forma compatta e croccante ed è ottima sia fresca che essiccata o tostata, ed è l’ingrediente principe di molte ricette, soprattutto dolciarie, della zona.

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